Catalogo: Artisti ’20 – Mondadori

2020

Dossier DARIO ROMANO — In armonia con gli animali, a cura di Vittorio Sgarbi.

Pittore, decoratore e scultore di scena, Dario Romano ama esprimere la forza nelle sue tele, dove il regno animale prende vita in forme plastiche che restituiscono l’energia e la libertà indomita a una categoria tanto amata quanto bistrattata dagli esseri umani. Le sue composizioni sono ricercate e sprigionano un’energia tale da essere ricondotte ad un parallelo rintracciabile nella società odierna: i tumulti, le passioni, l’indifferenza, manifestazioni dell’essere umano trasposte in episodi messi in scena dal suo estro creativo, che rappresentano non solo la mera realtà oggettiva ma un più profondo traslato delle situazioni esistenziali contemporanee.

Si dice che tanto più qualcuno ama gli animali tanto più disprezza i suoi simili. L’animale non parla la nostra lingua e le incomprensioni che si generano nelle richieste reciproche sono mediate da un affetto puro e dalla concezione unilaterale del loro istinto inconsapevole e innocente, quindi meritevole di un legame incondizionato, a differenza di quelli che si creano tra persone. Ma a ben vedere, non sono gli animali domestici a predominare nei lavori di Dario Romano: ci sono gli impossibili da addomesticare, quelli che l’uomo vede come bestia da sfruttare, da domare, da portare a casa come un trofeo, in casi estremi fino all’estinzione della razza, ma quasi sempre ripresi nella situazione ideale, che non è la cattività.

E se proprio ci deve essere una forma umana, questa è colta mentre è scalciata, disarcionata, incornata e ridicolizzata proprio nella sua piccolezza più evidente, quella della volontà di dominio e di sottomissione dell’altro. Ma la natura alla fine si tutela sempre da sola, e per un adulto punito dalla sua stessa vanità c’è una speranza nel cucciolo di uomo, che nei dipinti minuziosi di Romano sembra invece accordarsi con le regole della vita selvaggia, ritratto in armonia con gli animali, non ancora contaminato dai codici della vita cosiddetta civile. La predilezione per una natura selvatica, non legata da rapporti di sfruttamento per carne, vestiario, lavoro o esperimenti scientifici è l’idealizzazione di Dario Romano di una vita libera, quindi utopica, anche per l’uomo: libero da legami, da orari e turni di lavoro.

Dallo sfruttamento reciproco che finisce per instaurarsi nei rapporti falsati tra esseri umani, che siano di affari, famiglia, amori e amicizie. Dario Romano mette in atto una pittura di fuga da una realtà che non possiamo fare a meno di vivere e quindi di una libertà non raggiungibile nemmeno nella natura degli animali ritratti, più prede che cacciatori nella realtà di oggi: ma lo fa con “un pennellate felici e sicure”, che ci fanno credere quanto ci vuol far vedere.

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